Lo Stato Pontificio nel 1860: ruolo nel brigantaggio postunitario

Il brigantaggio postunitario nello Stato Pontificio è quell’insieme di fenomeni di brigantaggio avvenuti a partire dagli ultimi mesi del 1860, proseguendo per il 1861 (data dell’Unità d’Italia), fino alla presa di Roma nel 1870.

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L’epoca del brigantaggio nello Stato Pontificio è generalmente suddivisibile in due fasi, la prima dal 1860 al 1863, e la seconda da metà dal 1864 al 1870.
Nella prima fase il territorio dello Stato Pontificio fu principalmente un’area franca, assai adatta all’organizzazione logistica delle bande armate perché si trattava di un territorio non accessibile alle truppe del Regno d’Italia, nel quale spesso le bande non vennero significativamente ostacolate dalla gendarmeria pontificia e dalle truppe francesi stanziate a Roma. A Roma, con la benedizione di papa Pio IX, era rifugiato Francesco II delle Due Sicilie e tutta la corte borbonica napoletana in esilio. Ciò, per un certo periodo, fu il motore principale per l’avvio ed il sostentamento del brigantaggio come forma di guerriglia antiunitaria, reclutando ex militari dell’esercito borbonico e migliaia di contadini e braccianti meridionali. Dalla seconda metà del 1863 ci fu un significativo cambiamento di fronte, con l’inizio della lotta al brigantaggio anche da parte pontificia, essendo caduta la matrice politica dell’attività delle bande. Segno di questo cambiamento fu tra l’altro la cattura di Carmine Crocco nel 1864, che aveva sperato di potersi rifugiare sotto la protezione pontificia, e un accordo di collaborazione militare fra il Regno d’Italia e lo Stato Pontificio per evitare che il confine fra i due Stati rendesse impossibili le operazioni militari e di polizia.

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